martedì 13 gennaio 2009

Crash Box

Siamo noi le mele marce di questa società
quelli che non sanno perdere
quelli che non possono vincere
miti per qualcuno
forse pochi disperati
è la merda in cui viviamo
che ci ha vomitati
noi, noi, noi
siamo vivi e non ci arrenderemo mai.

così cantavano i Crash Box nel 1986 da una cassetta autoprodotta di colore arancione, cassetta che ho ancora e che ancora si sente...

in rete ho trovato questo:

Milano, anni '80, hardcore, voglia di costruire e di creare qualcosa di nuovo, urgenza comunicativa soddisfatta con l'uso della lingua italiana e una forma musicale veloce e aggressiva, al di fuori di ogni schema o regola precostituita, un occhio al nuovo movimento hardcore USA e uno alle peculiarità di quella scena che sarà la sola reale minaccia allo strapotere a stelle e strisce.

I Crash Box rappresentarono, insieme ad Indigesti, Declino, Negazione, Raw Power, CCM, Wretched e un altro pugno di nomi, un'epoca e un'attitudine capaci di modificare profondamente il corso della storia musicale e di influenzare decine di giovani cui ancora oggi si illuminano gli occhi al solo sentire nominare i propri eroi. La scena hardcore italiana seppe imporsi con le proprie peculiarità e le proprie differenze proprio come una squadra riesce ad ottenere la vittoria grazie alla somma dei propri giocatori, indipendentemente dai ruoli e dalle differenti personalità presenti al suo interno. Per questo, la ristampa dell'intera discografia dei Crash Box, comprendente l'EP "Vivi", i due album "Finale" e "Nel Cuore" e un intero CD di brani su tape, compilation o presentati nella loro veste live, non potrà che essere salutata con commozione ed entusiasmo da tutti gli appassionati di questa incredibile scena - indipendentemente dai propri idoli personali e dalle proprie partigianerie più o meno campanilistiche - e da chiunque desideri comprendere i perché di un suono capace di stravolgere regole e di sovvertire dinamiche, di permeare un decennio e di continuare a infiammare i cuori generazione dopo generazione. Un'opera da possedere e ascoltare tutta d'un fiato, che ci viene presentata in un curatissimo DVD case con booklet ricco di testi, foto, note biografiche e curiosità.

"Sono nato per essere veloce" 2005 - soa records

A cura di: Michele Giorgi

lunedì 12 gennaio 2009

DESCENDENTS

Vorrei parlarvi di uno dei primi gruppi punk-hc che ho ascoltato, avevo appena 12 anni quando dalle casse dell’autoradio di mio fratello sentivo per le prima volta una cassetta con su inciso un album dei descendents, penso si trattasse di “I Dont’Want to Grow Up”, ma l’album che più ho ascoltato è stato “Liveage” un disco dal vivo che ascolto con molto piacere ancora oggi.
Eccovi ora una piccola storia del gruppo:



I Descendents vengono creati nel 1978 dal chitarrista Frank Navetta insieme all'amico Dave Nolte. Inizialmente suonano per divertimento nel garage di Dave ma, quando quest'ultimo lascia la band, si aggingono al cantante e chitarrista Navetta, il bassista Tony Lombardo ed il batterista Bill Stevenson. Con questa formazione pubblicano il primo singolo, Ride the Wild/It's a Hectic World rilasciato indipendentemente in 100 copie dal gruppo ed accreditato all'etichetta Orca Productions (dal nome della barca di Stevenson, Orca). Poco dopo venne presa una cantante che restò con il gruppo per sei mesi mentre nel 1980 entrò nel gruppo come cantante Milo Aukerman, un amico di scuola di Stevenson. La prima uscita con Aukerman fu l'EP del 1981 Fat, rilasciato dalla New Alliance Records, sottocasa della SST Records di Greg Ginn dei Black Flag; 6 minuti di rabbia adolescenziale e umorismo bizzarro, con canzoni come My Dad Sucks e Wienerschnitzel, di solo 11 secondi.
L'album di debutto dell'anno successivo, Milo Goes to College diede al gruppo quel suono caratteristico che li distinse dalla maggior parte dei gruppi hardcore che si stavano sviluppando a Los Angeles in quel momento. Gli argomenti delle canzoni erano sull'essere e voler essere rifiutati (I'm Not a Loser, I Wanna Be a Bear, Parents), ragazze (Hope, Myage, Marriage, Kabuki Girl) e sulla pesca (Catalina). Le canzoni venivano scritte da tutti i componenti del gruppo, ma le canzoni di Stevenson in particolare hanno avuto grande influenza sui gruppi di pop punk melodico degli anni 90.
In seguito entrò nella band il chitarrista Ray Cooper ma, dopo pochi show a cinque elementi, Frank decide di lasciare la band. intanto Milo Aukerman lascia la band per concentrarsi sugli studi al college, iniziando un percorso di studi che lo porterà fino al dottorato in biochimica, mentre Bill Stevenson per un po' fece da batterista al gruppo hardcore punk dei Black Flag. Il gruppo non registrò fino al 1985, quando uscì l'album I Don't Want to Grow Up''. La formazione del gruppo cambiò di molto durante la registrazione di questo album. Navetta lasciò i Descendents per diventare un pescatore nell'Oregon, e Lombardo abbandonò per seguire il suo lavoro come postino. Ray Cooper sostituì Navetta alla chitarra e Doug Carrion (ex degli ANTI) rimpiazzò Lombardo al basso. Nonostante i fan non gradirono molto questi cambiamenti, l'album venne comunque accolto molto bene.
Il loro album successivo Enjoy! del 1986 non venne accolto bene dalla critica ma ai fan piacque. Era un misto di canzoni stupide e senza senso (Enjoy, Kids, Orgofart), e brani maturi ed emotivi come Get the Time e una cover di Wendy dei Beach Boys. Il gruppo sperimentò anche il thrash metal con la canzone Hurtin Crue. Dopo il successivo tour di Enjoy!, Ray Cooper ottenne un lavoro nell'allora emergente ambiente software e Doug Carrion lasciò il gruppo per nuovi progetti. Stevenson chiamò Karl Alvarez e Stephen Egerton dei Massacre Guys di Salt Lake City per rimpiazzarli, creando così la formazione definitiva dei Descendents.
Nel 1987 esce l'album ALL, che rappresenta la definitiva maturità del gruppo negli anni 80, con canzoni come Coolidge, Cameage e Clean Sheets. Questo sarebbe stato l'ultimo album del gruppo prima di una nuova interruzione di nove anni. Con l'uscita di ALL i Descendents hanno presentato il concetto guida che sta dietro il lavoro di tutta la loro carriera, e che dà il titolo all'album: la filosofia dell'ALL (tutto). L'idea venne fuori a Stevenson e al suo amico/compagno di pesca/"quinto membro" dei Descendents Pat McQuiston quando, durante una notte in acqua passata a pescare e a bere caffè definirono convenzionalmente l'ALL come "il limite totale". L'idea dietro questa definizione convenzionale e l'infinito auto miglioramento, alla ricerca di ciò che è infinito e impossibile, ma che è anche la fonte di tutta la vera felicità.
Milo lascia il gruppo dopo i tour "ALL" e "FinALL" del 1987 per diventare ricercatore a tempo pieno e i restanti componenti dei Descendents presero come cantante Dave Smalley (poi rimpiazzato da Scott Reynolds e dopo da Chad Prince) e si chiamarono con il nome di ALL. Durante questo periodo, la SST Records decide di pubblicare vario materiale della band, il primo disco che fa uscire è il live Liveage, seguito dalla ristampa di Bonus Fat e Milo goes to college, Two Things at Once. La band, non contenta del primo live, fece pressioni per pubblicare un live contenente tutto il repertorio significativo della band, così venne pubblicato Hallraker. L'attività degli ALL continuò fino al 1996, anno in cui si riformarono i Descendents con il ritorno di Milo Aukerman e venne registrato l'album Everything Sucks, seguito dall'omonimo tour. Nell'album sono presenti canzoni scritte da Milo durante lo scioglimento del gruppo. Nel 1997 viene pubblicato Session, un best of e nel 2001 uno split live con gli ALL (che, comunque, condividono i tre quarti dei componenti con i Descendents). Il concerto è stato registrato e pubblicato col nome di Live Plus One.
Nel 2004 il gruppo ha fatto uscire l'EP 'Merican e il loro nuovo album Cool to Be You, uno dei migliori della loro storia. Gli argomenti delle canzoni non sono solo i soliti temi cari ai Descendents, ma anche forti riferimenti politici ('Merican) e una visione più matura dei rapporti (Talking, Anchor Grill) e degli abbandoni (She Don't Care). L'album presenta il solito stile del gruppo, anche se il suono in molte canzoni appare più pulito rispetto a quello degli album precedenti.

giovedì 8 gennaio 2009

chi sono

Suono in un gruppo punk hardcore da 16 anni, vi parlerò di gruppi conosciuti e sconosciuti, con all'attivo molti album o senza nemmeno una registrazione. Ma anche di libri di film, e di tutto quello che può avere un attitudine punk.